L’opera di Monteverdi dovrebbe essere ascoltata dai nostri politici, se avete cinque minuti leggetevi il libretto alla scena IX del I atto. Duetto tra Nerone e Seneca, Nerone è invaghito di Poppea e desideroso di ripudiare Ottavia, Seneca lo richiama agli obblighi morali e alla ragione.
Seneca conclude con toni solenni affermando:
“…Il partito peggior sempre sovrasta
quando la forza alla ragion contrasta”.
I partiti di governo avevano capito
che la sola presenza di Mario Draghi a capo dell’esecutivo ci dava il 2% di
incremento di Pil. Arrivare alla primavera avrebbe costretto i partiti in
angolo molto stretto. Gli italiani, quasi a fuor di popolo, non avrebbero
accettato “ribaltoni”, anzi le elezioni si sarebbero trasformate in una sorta
di referendum tra i pro e i contro Draghi. L’esito sarebbe stato scontato
E allora, fregandosi di qualunque “ragione”,
hanno deciso di usare la “forza” parlamentare.
I partiti perseguono l’obiettivo di
conquistare il potere, il governo della cosa pubblica, l’interesse dei cittadini,
fare il bene pubblico, vengono dopo, molto dopo.
Nei giorni della crisi c’è stato un
gran scrivere sui giornali per attribuire la responsabilità della caduta del governo
a questo o quel partito, ma è mia opinione che a far cadere Draghi è stata una
prova di forza, una sorta di congiura politica, i capi partito hanno dato la loro
“pugnalata”, ben si addice il motto “Mors tua
vita mea”.
Draghi non ha accettato compromessi,
come dargli torto, alcuni componenti del suo governo si sono ribellati, da Di Maio
a Brunetta, ma cosa possono fare questi contro il potere dei partiti?
Da “mani pulite” ad oggi, sono 30
anni, i partiti si sono diventate strutture verticistiche con un dibattito
interno quasi inesistente, poco democratiche e rappresentate da un leader, più
o meno carismatico. C’è stato un continuo rimescolamento di carte e l’emergere di
qualche personaggio che abbiamo pensato avesse capacità salvifiche. Da
Berlusconi a Prodi, da Renzi a Salvini, l’ultimo è Beppe Grillo con il suo
pseudo movimento di incapaci. Questi personaggi hanno vinto le elezioni ma poi non
sono riusciti a governare perché l’azione politica, data la natura attuale dei
partiti, è esclusivamente rivolta a conquistare posizioni di vertice in questo
o quell’organismo statale o parastatale.
Adesso ci prova la Meloni, anche per
lei sarà una vittorio di Pirro perché dovrà accontentare gli appetiti di quelli
che in mesti ultimi cinque anni sono stati in anticamera anziché nella “sala da
pranzo”.
Si stanno facendo sondaggi per
sapere chi vincerà queste assurde elezioni, ma se i sondaggisti non fossero
prezzolati dai politici farebbero bene a chiedere agli italiani la loro
opinione sul dopo elezioni. Non si deve essere mago Merlino per prevedere che l’80%
ritiene che nulla cambierà.