Il Presidente Draghi ha nominato il Generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo nuovo Commissario straordinario per l'emergenza. La sostituzione di Domenico Arcuri era necessaria perché era apparso fin da subito le tante mancanze organizzative e gestionali.
Ci
siamo detti, bene, ci vuole un militare: siamo in guerra e ci vogliono strategie
belliche per vincere le battaglie e poi anche la guerra.
Mi
sembra però che Figliolo di militare abbia solo la divisa con la quale si
presenta davanti alle telecamere e che la sua “strategia” non sia poi molto
diversa da quella del “silurato” Arcuri.
Facciamo
un po' di chiarezza anche se sinteticamente. Primo. Il numero di dosi di
vaccino di cui disponiamo nell’arco temporale sono limitate, ovvero abbiamo
molte meno dosi di quelle che ci servono. Secondo. In moltissime città i
centri di vaccinazioni potrebbero somministrare più dosi se avessero il
vaccino. Terzo. La vaccinazione NON è obbligatoria quindi una certa
percentuale di persone non si presenta, con tutti gli inconvenienti che abbiamo
constatato. Quarto. Giusto dare la priorità a certe “categorie” di
persone, personale sanitario e addetti a servizi socio-sanitari, anziani over
80, persone disabili e con problematiche sanitarie.
Fatte
queste premesse veniamo a quella che dovrebbe essere la strategia vaccinale in
un contesto di scarsità di dosi.
L’obiettivo
della vaccinazione è duplice: ridurre la gravità della malattia di chi si
contagia, meno ricoveri, meno morti; creare l’immunità di “gregge” che di fatto
riduce la diffusione del virus.
Soffermiamoci
sul secondo obiettivo, gli “esperti” ci dicono che l’immunità di “gregge” si
raggiunge quando il 60-70 % di individui di una certa comunità è vaccinata.
Mi
dite allora perché ci si segue una strategia vaccinale per fasce di età?
Le
nostre comunità sono fatte di individui che appartengono a fasce di età
differenti. Faccio un esempio. La popolazione del comune di Reggio Emilia è
pari a 171.084 abitanti (dati Istat al 1° gennaio 2020) la suddivisione in
classi è riportata nella tabella
Classi
età |
Numero |
% |
0-9 |
15.487 |
9,1% |
10-19 |
17.039 |
10,0% |
20-29 |
17.883 |
10,5% |
30-39 |
21.030 |
12,3% |
40-49 |
27.463 |
16,1% |
50-59 |
26.100 |
15,3% |
60-69 |
18.722 |
10,9% |
70-79 |
15.398 |
9,0% |
>80 |
11.962 |
7,0% |
Gli
over ’80 rappresentano il 7% della popolazione. Supponiamo che le categorie “privilegiate”
siano a dir tanto il doppio degli over ’80 ca. 20.000 persone (mi sembra di
esagerare), ebbene si arriverebbe ad un misero 20% della popolazione.
Se abbiamo
impiegato 3 mesi per vaccinare il 20% della popolazione capite bene che l’immunità
di gregge diventa una “chimera”.
La
strategia della vaccinazione, se si vuole conseguire una immunità di “gregge”, per
fascia di età è perdente perché quello che conta è l’insieme degli individui di
una certa comunità indipendentemente dalla numerosità delle classi di età.
La nomina
del Generale avrebbe senso solo se può effettivamente “comandare” ovvero agire
nell’interesse del paese e non della politica.
La
politica non ha nessuna intenzione di prendere una decisione impopolare come
quella di creare zone “a minor rischio Covid-19”, in questo momento di scarsità
di dosi, vaccinando massicciamente in questa o quella città, in questa o quella
zona ad alta produttività. Finalmente si abbandonerebbe il principio di chiudere
le attività produttive per favorire a zone “aperte” nella quale l’economia dell’intero
territorio riprenderebbe, dalla produzione al consumo.
Una
strategia di questo tipo può essere attuata solo da chi gode di poteri di tipo “militare”
e questo potrebbe spiegare la scelta di un militare per gestire l’emergenza.
In
caso contrario che cosa ci sta a fare, avrebbe solo l’ingrato compito di
dichiararsi sconfitto nella battaglia contro il virus.