La gamma dei colori non manca certo ai governi italiani, siamo passati dal giallo-verde (grillini-leghisti) al giallo rosso (grillini-pidiessini e compagni) a questo che è quasi un arcobaleno, giallo, verde, azzurro, rosso. Siccome era difficile dargli un colore ecco allora spuntare la magia del colore ecologista per eccellenza, il verde.
Per
non confonderlo con il verde dei leghisti, bisognerebbe chiedere a Salvini il pantone
della loro bandiera, meglio fare riferimento ad un più anglofono green
nel perfetto stile dell’aplomb draghiano.
Veniamo
a cose più serie.
È
stato annunciato che la ripresa economica del paese avverrà agendo su due settori
strategici, l’ambiente e la digitalizzazione. Come affermazione di principio
nulla da dire, ma sappiamo bene che il problema numero uno dell’Italia si
chiama “produttività” alla quantità di beni e servizi che si ottengono dai
fattori produttivi es. energia e lavoro. Se la produttività è bassa, ovvero
servono molti mezzi per fare pochi prodotti / servizi non si crea ricchezza e
quindi il declino è assicurato.
Voglio
fare un esempio semplice.
Risparmiare
energia è importante, le ragioni sono tante, meno inquinamento, minori costi,
ecc.., quindi viene l’individuato l’obiettivo di risparmiare il 25% di consumi
energetici domestici (gas e luce). Se ci pensate è facile verificare questo
risultato, basterebbe fare il confronto tra un prima e un dopo.
Per
raggiungere l’obiettivo si devono ristrutturare le abitazioni e lo Stato decide
di elargire i soliti incentivi. Il burocrate – tecnico, solerte ed efficiente,
decide che il proprietario dell’immobile deve realizzare il cosiddetto
“cappotto”. Il burocrate pertanto si occupa della parte normativa che prevede
questa e quella perizia, questa e quella rendicontazione, insomma tante tante scartoffie.
Alla fine di tutto questo processo qualcuno verifica o controlla se è stato
raggiunto l’obiettivo?. Nessuno.
Questo
è in sintesi il modo con cui si procede ed è facile comprendere perché da 30
anni la nostra produttività, come sistema, è ferma.
Tornando
all’esempio il modo di procedere dovrebbe essere il seguente. Si fissa
l’obiettivo, non viene indicato il modo per raggiungerlo, ma si determina il
modo per verificarlo, ovviamente anche per fasi successive in modo da elargire
gli incentivi in modo graduale. Operando in questo chi deve raggiungere l’obiettivo
cercherà e studierà le soluzioni tecnologiche che meglio si adattano alle
diverse strutture edilizie. Si realizza così un dinamismo con la continua ricerca
di innovazioni. Tutto ciò porterà senza dubbio ad un miglioramento reale del
contesto generale.
A
chi ha fame è meglio dare il frumento o insegnare a coltivarlo?
Se
decido di dare il frumento appena è finito avrò nuovamente fame, ma se insegno
a coltivarlo molto probabilmente non avrò più fame.
Questa
è la sfida del Governo.
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