Cari
lettori, era mia intenzione non affrontare i tanti aspetti dell’epidemia da
Covid-19, perché troppi ne parlano.
Siamo
bombardati quotidianamente dalle cronache e dagli interventi di tanti, forse
troppi “esperti”.
Ho
deciso di scrivere un ennesimo post sulla pandemia dopo aver sentito alla
radio, ammetto di non ricordare né la trasmissione né tanto meno il nome dell’esperto
questa affermazione: solo quando si
arriverà a meno di 100 contagi ogni 100.000 abitanti si potrà effettuare una
efficace attività di tracciamento.
Ieri
22 febbraio il numero di malati di Covid-19 in Italia, fonte ISS (Istituto
Superiore di Sanità) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-dashboard
erano 526.132, che corrisponde a 882,5 malati ogni
100.000 abitanti.
Utilizzando i dati relativi allo stato clinico dei malati ho redatto la tabella che riporto.
Numero di malati ogni 100.000 abitanti per età e stato clinico
Elaborazione su dati ISS del 22 febbraio 2021
Non
sarò uno scienziato però l’elaborazione mette in evidenza come giovani e
anziani si infettano più o meno nella stessa misura. Gli anziani presentano
comunque uno stato clinico che è quasi 15 volte più grave di quello dei
giovani. Sono 153 (ogni 100.000 abitanti) gli anziani (80 anni e più) che
presentano uno stato clinico critico e severo, mentre sono solo 11 i giovani
(fino a 49 anni) che hanno uno stato clinico severo o critico.
Senza
essere degli “esperti” si comprende che chi lavora, studia, si muove ecc.. ha maggiori
probabilità di infettarsi e di conseguenza infetta chi non si muove, non lavora
e non studia.
Questa
è la situazione di tutti questi ultimi 8-9 mesi. I numeri sono cambiati un po' su
e un po' giù dimostrando che i provvedimenti legati al confinamento forzato che
limitano solo le occasioni di socializzazione riducono la diffusione del virus
ma non fanno altro che allungare i tempi per una normalizzazione della
situazione.
La vaccinazione
metterà al “riparo” gli anziani dal contrarre forme severe e critiche ma non
impedirà la diffusione del virus.
Detto
ciò ne consegue che per molti mesi avremo a che fare con i provvedimenti zona
gialla, arancione, ecc.
Unica
via per interrompere la diffusione del virus è il tracciamento, con relativo
isolamento e quarantena di chi è stato, a sua insaputa, a contatto con una
persona infetta.
Chi
lavora, chi si sposta, chi studia, deve e sottolineo il deve, essere “tracciato”.
Il
tracciamento non può essere considerato un limite alla propria libertà perché è
il non tracciamento che limita la libertà di tutti, quella cioè di una normale
vita sociale.
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