domenica, gennaio 10, 2021

Sei giallo, arancione o rosso? Risposta: “nero di rabbia….”

 Gli esperti del Comitato tecnico scientifico ci dicono che il virus Covid-19 continua a circolare, sappiamo perfettamente che il virus non circola da solo è sempre in compagnia di una persona infetta che lo trasmette ad un’altra sana. Se le persone smettono di circolare anche il virus interrompe il suo ciclo vitale.

La strategia di far circolare le persone un po' di meno o un po' di più fissando giorni SI e giorni NO è totalmente inefficace.

Ce lo dice l’andamento della epidemia. Quando a marzo siamo stati costretti ad un confinamento quasi totale, chiuse tutte le attività produttive, ad esclusione ovviamente quelle per rifornirci di cibo, dopo un paio di mesi i contagi si sono ridotti in modo significativo.  

Quindi mi chiedo perché continuare così? L’andamento dell’economia nazionale in un tale contesto è ugualmente compromesso e i ristori sono solo dei palliativi. Ad esempio il “ristoro” ad un ristoratore è come pagare il conto due volte, il primo per non mangiare, e lo possiamo chiamare conto ristoro, il secondo quando finalmente paghiamo per quello che abbiamo mangiato. Capite bene che una situazione così non può durare a lungo.

Credo che anche gli esperti si stiano rendendo conto che questa strategia a colori sia fallimentare. Andando le cose per le lunghe il clima di sfiducia nella scienza e nella tecnologia va scemando in modo pericoloso. È significativo il costante “rumore” di fondo della minoranza no-vax e come ho scritto nell’ultimo post il totale fallimento dell’azione di tracciamento.

In un tale contesto si deve dare un segnale, assumendosi la responsabilità della obbligatorietà della vaccinazione. Troppo comodo far firmare ad ogni persona il “consenso” alla vaccinazione.

Analizziamo un po' di dati.

Dal sito dell’Istat http://dati.istat.it/ consultate la voce “Popolazione e famiglie”. I dati sulla popolazione si riferiscono al 1° gennaio 2020 (quindi pre epidemia). Il numero di residenti è pari a poco più di 59,6 milioni di abitanti, pensate con un calo di oltre un milione di persone se ci si riferisce al 2014 (eravamo in 60,8 milioni di residenti).

Ho consultato e fatto alcune elaborazioni sui i dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aggiornati al 9 gennaio https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-dashboard che si riferiscono ai numero di morti al 9 gennaio per classi di età, pari a 76.810 e al numero di casi accertai pari a 2.225.974 (ai fine della elaborazione non ho considerato i dati peri i quali non è nota l’età) relazionandoli al numero di persone residenti.

Mettendo insieme i dati ho elaborato il seguente grafico.

 


La barra in di colore blu rappresenta la distribuzione percentuale della popolazione che viene confrontata con la distribuzione percentuale dei morti (barra arancione) e dei casi accertati (barra grigia).

Appare evidente come vaccinando il 7,4% della popolazione (ovvero poco meno di 4,5 milioni di persone) possiamo senza dubbio ridurre la mortalità negli over 80. Sul totale dei casi accertati solo il 10% delle persone appartiene alla classe over 80 purtroppo la mortalità, sul totale dei casi, è ben al 60%.

Il grafico nella sua semplicità mostra come la distribuzione dei casi di contagio si distribuisce quasi uniformemente tra la popolazione mentre assai diversa è la distribuzione degli effetti.

Se si elabora il numero dei casi in rapporto alla popolazione si ottiene il seguente grafico


In questo grafico appare evidente come la malattia è più diffusa nelle classi over 50. Il numero di casi nella classe da 50 a 59 anni sta ad indicare come le generazioni più coinvolte nelle attività produttive hanno maggiori possibilità di contagio.

I valori delle ultime due classi confermano la maggiore contagiosità che si verifica nelle persone anziane.

Su un numero di 743.144 casi l’ISS ci fornisce lo stato clinico dei contagiati.

Nel grafico che segue riporto la distribuzione percentuale dei casi rapportata alla popolazione e allo stato clinico.


L’elaborazione ha previsto due passaggi, nel primo è stato calcolato il numero di persone in riferimento allo stato clinico ogni 1000 abitanti e per classi di età, nel secondo passaggio sul totale delle persone l’incidenza percentuale per stato clinico.

Come si può osservare l’incidenza di persone asintomatiche varia di poco da minimo del 55,7% (classe da 70 a 79 anni) ad un massimo del 64,7 per la classe da 0 a 49.

Per la sintomatologia lieve la situazione presenta una maggiore variabilità.

In definitiva nella classe da 0 a 49 le persone, sommando le sintomatologie asintomatico, pauci-asintomatico e lieve, sono il 98,9%; mentre negli individui compresi nella classe tra 80 a 89 anni la percentuale si riduce al 85,6%.

Se si considera questo stato di cose una pronta e massiccia vaccinazione delle persone delle classi over 80 è in grado alleggerire il triste bilancio dei morti e dei ricoveri, ma ovviamente non riduce il problema del contenimento della pandemia.

Il sistema sanitario italiano, ma forse ciò vale anche per quello delle altre nazioni, è in grado di gestire quel 2% di persone che hanno bisogno di una assistenza ospedaliera nel caso in cui le attuali prescrizioni sul confinamento vengano riviste in termini di maggiori possibilità negli spostamenti e negli incontri sociali?

Stiamo parlando di una piccola percentuale, ma in termini assoluti un numero di ca. 1,5 milioni di persone che potrebbero avere bisogno di assistenza medica e ospedaliera.

Se la risposta è negativa la sola vaccinazione non basta. Diventa, allora, assolutamente indispensabile potenziare il tracciamento unico vero ed efficace modo per isolare i focolai e possibilmente debellarli.

Purtroppo la lotta al Covid è ancora tutta in salita.

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