Gli esperti del Comitato tecnico scientifico ci dicono che il virus Covid-19 continua a circolare, sappiamo perfettamente che il virus non circola da solo è sempre in compagnia di una persona infetta che lo trasmette ad un’altra sana. Se le persone smettono di circolare anche il virus interrompe il suo ciclo vitale.
La
strategia di far circolare le persone un po' di meno o un po' di più fissando
giorni SI e giorni NO è totalmente inefficace.
Ce
lo dice l’andamento della epidemia. Quando a marzo siamo stati costretti ad un
confinamento quasi totale, chiuse tutte le attività produttive, ad esclusione
ovviamente quelle per rifornirci di cibo, dopo un paio di mesi i contagi si
sono ridotti in modo significativo.
Quindi
mi chiedo perché continuare così? L’andamento dell’economia nazionale in un
tale contesto è ugualmente compromesso e i ristori sono solo dei palliativi. Ad
esempio il “ristoro” ad un ristoratore è come pagare il conto due volte, il
primo per non mangiare, e lo possiamo chiamare conto ristoro, il secondo quando
finalmente paghiamo per quello che abbiamo mangiato. Capite bene che una
situazione così non può durare a lungo.
Credo
che anche gli esperti si stiano rendendo conto che questa strategia a colori
sia fallimentare. Andando le cose per le lunghe il clima di sfiducia nella
scienza e nella tecnologia va scemando in modo pericoloso. È significativo il
costante “rumore” di fondo della minoranza no-vax e come ho scritto nell’ultimo
post il totale fallimento dell’azione di tracciamento.
In
un tale contesto si deve dare un segnale, assumendosi la responsabilità della obbligatorietà
della vaccinazione. Troppo comodo far firmare ad ogni persona il “consenso” alla
vaccinazione.
Analizziamo
un po' di dati.
Dal
sito dell’Istat http://dati.istat.it/
consultate la voce “Popolazione e famiglie”. I dati sulla popolazione si
riferiscono al 1° gennaio 2020 (quindi pre epidemia). Il numero di residenti è
pari a poco più di 59,6 milioni di abitanti, pensate con un calo di oltre un
milione di persone se ci si riferisce al 2014 (eravamo in 60,8 milioni di
residenti).
Ho
consultato e fatto alcune elaborazioni sui i dati pubblicati dall’Istituto Superiore
di Sanità (ISS) aggiornati al 9 gennaio https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-dashboard
che si riferiscono ai numero di morti al 9 gennaio per classi di età, pari a
76.810 e al numero di casi accertai pari a 2.225.974 (ai fine della
elaborazione non ho considerato i dati peri i quali non è nota l’età)
relazionandoli al numero di persone residenti.
Mettendo
insieme i dati ho elaborato il seguente grafico.
La
barra in di colore blu rappresenta la distribuzione percentuale della
popolazione che viene confrontata con la distribuzione percentuale dei morti (barra
arancione) e dei casi accertati (barra grigia).
Appare
evidente come vaccinando il 7,4% della popolazione (ovvero poco meno di 4,5
milioni di persone) possiamo senza dubbio ridurre la mortalità negli over 80. Sul
totale dei casi accertati solo il 10% delle persone appartiene alla classe over
80 purtroppo la mortalità, sul totale dei casi, è ben al 60%.
Il
grafico nella sua semplicità mostra come la distribuzione dei casi di contagio
si distribuisce quasi uniformemente tra la popolazione mentre assai diversa è
la distribuzione degli effetti.
Se
si elabora il numero dei casi in rapporto alla popolazione si ottiene il seguente
grafico
In questo grafico appare evidente come la malattia è più diffusa nelle classi over 50. Il numero di casi nella classe da 50 a 59 anni sta ad indicare come le generazioni più coinvolte nelle attività produttive hanno maggiori possibilità di contagio.
I
valori delle ultime due classi confermano la maggiore contagiosità che si
verifica nelle persone anziane.
Su
un numero di 743.144 casi l’ISS ci fornisce lo stato clinico dei contagiati.
Nel grafico che segue riporto la distribuzione percentuale dei casi rapportata alla popolazione e allo stato clinico.
Come
si può osservare l’incidenza di persone asintomatiche varia di poco da minimo
del 55,7% (classe da 70 a 79 anni) ad un massimo del 64,7 per la classe da 0 a
49.
Per
la sintomatologia lieve la situazione presenta una maggiore variabilità.
In
definitiva nella classe da 0 a 49 le persone, sommando le sintomatologie asintomatico,
pauci-asintomatico e lieve, sono il 98,9%; mentre negli individui compresi
nella classe tra 80 a 89 anni la percentuale si riduce al 85,6%.
Se si
considera questo stato di cose una pronta e massiccia vaccinazione delle
persone delle classi over 80 è in grado alleggerire il triste bilancio dei
morti e dei ricoveri, ma ovviamente non riduce il problema del contenimento
della pandemia.
Il
sistema sanitario italiano, ma forse ciò vale anche per quello delle altre
nazioni, è in grado di gestire quel 2% di persone che hanno bisogno di una assistenza ospedaliera nel caso in cui le attuali prescrizioni sul confinamento vengano riviste in
termini di maggiori possibilità negli spostamenti e negli incontri sociali?
Stiamo
parlando di una piccola percentuale, ma in termini assoluti un numero di ca. 1,5
milioni di persone che potrebbero avere bisogno di assistenza medica e ospedaliera.
Se
la risposta è negativa la sola vaccinazione non basta. Diventa, allora, assolutamente
indispensabile potenziare il tracciamento unico vero ed efficace modo per isolare
i focolai e possibilmente debellarli.
Purtroppo
la lotta al Covid è ancora tutta in salita.
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