Sono più di cinque mesi che non scrivo, il motivo è semplice e ben evidenziato nelle prime righe del post scritto il 15 marzo: “… Le conseguenze (della pandemia) si protrarranno per un tempo ben maggiore rispetto alla fine dell'emergenza sanitaria. Per farla breve ci leccheremo le ferite di questa catastrofe per un bel po’.” Ci sono stati troppi provvedimenti, troppe presi di posizioni su questo e quello, troppa informazione “pilotata” per scopi poco chiari, troppa disinformazione, molti hanno parlato a sproposito, molti non hanno parlato perché anche se avevano cose giuste e sagge da dire non sono stati ascoltati. Così in questo contesto poco costruttivo e poco edificante me ne sono stato zitto, almeno sul mio blog. Mi hanno sopportato parenti e amici e a loro chiedo scusa se sono stato “pesante”.
Una
precisazione.
I
sistemi economici assomigliano ai puzzle.
Supponiamo
di voler fare un puzzle di quattro o cinque mila pezzi che rappresenta la foto
di un paesaggio montano, sapete uno di quelli belli, delle Dolomiti. Quando aprite la scatola,
la confusione è tanta e come prima cosa, siccome avete tanta pazienza, dividete
le tesserine in base alla forma e al colore.
In
mezzo a tanti pezzi, grazie anche ad un po' di fortuna, ne trovate due che
combaciano perfettamente e da lì iniziate il lungo e paziente lavoro di trovare
tutte le tessere che combaciano tra di loro in modo perfetto e che vi
permetteranno dopo parecchio tempo di vedere l’immagine compiuta della
fotografia.
Oggi i sistemi economici sono composti da tante tessere tutte diverse e se volete
che il tutto si presenti in modo tale da essere considerato “finito” e fruibile dovete
trovare la tessera giusta che va al posto giusto, mica potete metterle lì a
caso. C’è anche un altro aspetto che non va dimenticato. Il puzzle “sistema
economico” non è mail finito perché appena credete di aver trovato l’ultima
tessera mancante l’immagine originale è cambiata, magari solo in un dettaglio e,
quindi, dovete con pazienza trovare le nuove tessere, appena finito un
dettaglio ne cambia un altro e così si riprende da dove ci si è interrotti. In realtà non si
finisce mai, ma il lavoro fatto deve essere, in ogni caso, un insieme di tessere
che combaciano perfettamente altrimenti la foto del paesaggio alpino non la vedrete mai.
Con
la “pandemia” ci ritroviamo a dover non solo rifare un dettaglio, ma tutto il
puzzle quindi quando ci dicono che si farà questo e quello nessuno può sapere
in quanto tempo e in che modo anche perché di pazienza ne abbiamo poca ma
soprattutto troppe mani prendono in mano le tessere e continuamente le
sparpagliano.
Questo
è il contesto nel quale ci troviamo, con centinaia di provvedimenti che non
sono in grado di “mettere ordine” anzi fanno solo confusione.
Tutte
le nostre criticità si riproiettano nella situazione attuale, tanto
che non sappiamo se il nostro sistema economico sarà in grado di reagire e trovare
nuove opportunità nel post covid-19.
Paradossalmente
abbiamo l’occasione per una rinascita vera, un ripensamento del ruolo dello
stato e di tutte le pubbliche amministrazioni.
Ma
io all'orizzonte vedo solo nuvoloni e nei prossimi giorni farò riferimento ad
alcuni provvedimenti di cui tanto si parla ma che a mio avviso dovrebbero
radicalmente cambiare “senso di marcia” per dare nuovo impulso ad un sistema in
“terapia intensiva” con la percentuale di sopravvivenza da pandemia.
1 commento:
So che durante il lock down avete fatto molti puzzle (immagino di paesaggi dolomitici) e trovo che questoTuo parallelismo sia corretto e molto esemplificativo del “caos” che hanno generato. Troppe mani sui pezzi di puzzle �� non portano da nessuna parte, se non a qualche interesse personale aggiungo, ma nulla per il popolo.
Italo Martini
Posta un commento