Ho
iniziato a scrivere questo post il primo dell'anno, e mi sono accorto che stava
diventando troppo lungo (qualche pagina) e allora ho pensato di pubblicarlo a
"puntate". Ieri sul Corriere della sera una strana coincidenza,
Mario Monti nell'articolo di fondo ha citata Carlo Cottarelli che ha scritto sulla
necessità di una "rivoluzione economica". Come potete constatare non
sono l'unico che ritiene necessario, per il bene della nazione dar corso ad una
rivoluzione.
Il
post è così articolato:
I l sogno
Una proposta per una vera crescita
economica.
Come realizzarla
La
realtà
La crisi di governo è prossima
Una campagna elettorale fatta di
bugie
Il
sogno.
Nel
corso del 2020 si costituisce un partito con l'unico obiettivo quello di scuotere
l'intero sistema economico italiano con un solo provvedimento di legge.
Abolire
le accise su tutti i carburanti e l'energia elettrica.
Si
tratta di un provvedimento che ha un costo rilevante, non voglio tediarvi con cifre
e calcoli ma l'ordine di grandezza è di alcune decine di miliardi di euro
all'anno.
Ma perché
proprio le accise? Della proposta ne fece cenno la Lega, ma poi non ne ha fatto
nulla anche perché ha preferito concentrarsi su "quota 100" per mero
calcolo elettorale.
L'Italia
è un paese la cui economia si basa in gran parte sulla produzione industriale,
è quindi un paese trasformatore e per competere si deve:
- Essere innovativi – tecnologicamente avanzati
- Concentrarsi su segmenti produttivi difficilmente imitabili – made in Italy
- Produrre a costi inferiori quei beni che sono prodotti anche dai nostri concorrenti
- Fornire servizi – logistica a efficiente e a basso costo.
Realizzare
queste condizioni non è poi così facile.
Per
essere innovativi occorrono massicci investimenti in ricerca e istruzioni e le
cose non vanno bene (vedi il post sul ministro Fioramonti)
Sul
"made in Italy" cerchiamo di fare la nostra parte, ma non sempre
facciamo sistema e quindi spesso ci troviamo in difficoltà, basta pensare a tutti
i prestigiosi marchi che sono in mano "straniera".
Nonostante i bassi salari reali, i nostri costi sono
eccessivi; le cause sono tante dal fisco alla burocrazia, da un sistema di
trasporti inadeguato alle politiche sindacali poco lungimiranti. Per farla bere
la nostra produttività è scarsa, anzi negli ultimi anni è decisamente
peggiorata.
Sull'ultimo
punto, come si fa a fornire servizi efficienti con la nostra burocrazia? Sarebbe
un'impresa titanica.
Queste
poche righe fanno capire la complessità degli interventi che i governi dovrebbero
attuare per dare al nostro Paese un futuro sicuro.
Gli
ultimi governi sono stati un "disastro" perché hanno ritenuto che
l'economia potesse ripartire puntando sul consumo interno ridistribuendo
debiti. Dagli 80 euro di renziana memoria al reddito di cittadinanza. Gli
effetti di questi costosi provvedimenti sono quasi zero. Vi ricordate la
fantasiosa crescita del 2 e + percento data per certa ad inizio 2019!!!,
risultato uno scarso "zero virgola"..
Vi
chiederete allora dovrebbe perché funzionare l'abolizione delle accise, la
ragione è semplice. Le accise sono un costo "improprio" dell'energia,
sono cioè un vero e proprio costo improduttivo, inoltre hanno un effetto
moltiplicatore sul costo in tutte le fasi. Mi serve energia per produrre un
bene, per trasformarlo, per trasportarlo, per venderlo ecc..
Pensate
ad una "bistecca" mi serve energia per produrla (es il gasolio del
trattore che lavora nei campi), per macellare il bestiame, il frigo per conservarla
sia nel supermercato che nel mio frigo di casa.
Se
il costo dell'energia si abbassa si abbassa il costo di tutte i beni e a parità
di reddito è ovvio che si possono acquistare più beni e contemporaneamente le
nostre merci sono più completive sui mercati esteri.
L'abbassamento
delle accise ha come conseguenza la riduzione del costo di produzione di tutti
i beni in proporzione più o meno accentuata a seconda dell'incidenza
dell'energia sul costo di produzione.
La
riduzione dei costi di produzione non è detto che abbia una conseguenza
immediata sul prezzo di vendita e quindi per incentivare la produzione si deve
puntare su un settore produttivo che ha un effetto leva rilevante e quindi alla
abolizione delle accise si deve programmare la "rottamazione" di tutte
le automobili da euro zero a euro 3. In 7 anni tutte a tutte queste vetture
sarà gradualmente vietato circolare, ma non solo in città ovunque.
Il
sito dell'ACI http://www.opv.aci.it/WEBDMCircolante/
riporta tutte le statistiche sui veicoli circolanti in Italia.
Nel
2018 circolano in Italia quasi 52 milioni di veicoli (tutti, dalle automobili
agli autocarri)
Un numero
esagerato, possibile che abbiamo bisogno di così tanti mezzi? Il 59,1% ha più
di 10 anni. Le autovetture sono poco più del 75% di tutti i veicoli.
Il
parco autovetture da euro zero a euro 3 è ca il 35%, poco più di 13 milioni di
veicoli.
Questi
andrebbero rottamati in non più di 7 anni, vuol dire che ogni anno si potrebbero
vendere in Italia almeno un milione di autovetture in più rispetto alla norma.
Questo
si che sarebbe "incentivare" i consumi.
L'effetto
leva di un provvedimento di questa natura sarebbe incredibile.
Come
realizzare tutto questo? Al prossimo post.
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