La vendita di formaggio “terremotato” provocherà più danni
del terremoto stesso e vi spiego il perché.
La Coldiretti per l’ennesima volta da prova di quali “guasti”
reca all’agricoltura.
Sul Corriera della sera di domenica 27 maggio a pag. 23 sotto
i, titolo cubitale “Grandi sforzi e difficoltà ma gli aiuti funzionano” è
riportato un riquadro dal titolo: “Dopo i crolli Prime vendite di Parmigiano” e
si scrive: “C’è stata una vera gara di solidarietà alla prima vendita dei 12 milioni
di chili di Parmigiano Reggiano recuperato dai magazzini di stagionatura
distrutti da terremoto (foto Ansa)”. Lo rende noto la Coldiretti che quantifica
danni per 250 milioni di euro per il solo settore agroalimentare.
Osservazioni a questa tale citazione:
1.
“…prima vendita dei 12 milioni di chili...", ma ci
si rende conto di che entità si parla? Un po’ di dati:
a.
Ogni anno si producono ca. 3 milioni di forme
b.
Sono ca. 6 milioni le forme nei magazzini perché
si vende formaggio a differente stagionatura
c.
Il consumo annuo è di ca. 100 mila tonnellate
ovvero 100 milioni di chili.
d.
Un abitante consuma ca. 1,5 chili di formaggio
all’anno.
e.
La grande distruzione vende ca. il 70 % di tutto
il Parmigiano.
f.
La distribuzione tradizionale ca. il 19 %.
g.
La “vendita diretta” non più del 2% tradotto in
chili diciamo 2 milioni di chili.
h.
12 milioni di chili corrispondono a ca. 300 mila
forme ovvero il 10% di tutto il formaggio prodotto ed il 5% di quello presente
nei magazzini.
2.
“…recuperato dai magazzini distrutti..”, ma come
si possono dire certe scemenze, 300 mila forme sono 10 mila tonnellate. Un autotreno
può trasportare diciamo 20 tonnellate, insomma si tratta di 500 camion che
avrebbe trasportato tutta questa merce in una settimana. Non può che essere una “bufala”.
3.
La foto. Da giorni e giorni è sempre la stessa,
cambia l’inquadratura, il dettaglio ecc. La stessa forma crepata, siccome ce n’è
una lo sono tutte ? dove sono le altre 299.999 forme “distrutte”.
Da queste osservazioni si può facilmente capire come è
impossibile vendere direttamente 12.000.000 di chili di formaggio se in un anno
attualmente se ne vendono solo 2 milioni e dico in un anno intero.
Le conseguenze sul mercato
L’immissione di una così rilevante quantità di formaggio
provocherebbe un “tracollo” delle quotazioni di mercato già oggi in forte calo
rispetto all’anno scorso (vedi quotazioni).
Il formaggio venduto direttamente (sempre che sia
tecnicamente possibile) provocherebbe un forte calo di vendite nella grande
distribuzione con la conseguente riduzione della domanda complessiva e quindi una
ulteriore contrazione delle quotazioni.
In pratica ad un momentaneo vantaggio, determinato dalla
vendita diretta a prezzi maggiori di quelli attuali, seguirebbe un periodo di
forte calo delle quotazioni e conseguentemente nell’anno la perdita sarebbe
molto maggiore rispetto ad una situazione “normale”.
È questo che la Coldiretti non capisce. Non è con la
solidarietà ingannevole da terremoto che si risolvono i problemi di mercato di questa
produzione di pregio.
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