In 18 mesi non ho “postato” nulla, è grave e ne sento la mancanza. Il lavoro mi ha tenuto lontano dal mio blog. Ho dato un’occhiata a quanto scritto a suo tempo e mi rendo conto che ci sono veramente molte cose sulle quali riflettere.
Di recente alla radio ho sentito che il quotidiano “Il fatto” ha rispolverato la questione “Alitalia” mettendo in evidenza che siano alle solite !!!.
Altro tema che ho affrontato più volte è quello delle “Quote latte”. Faccenda tutt’altro che risolta,
Nel mio blog se non ricordo male avevo affrontato anche il tema dell’abolizione delle province, questione sempre oggetto di discussione. Anzi il PD astenendosi nella votazione alla Camera sulla proposta di Di Pietro ha perso un’ottima occasione.
Anche se ho trascurato il mio blog ho continuato però nelle mie letture a carattere etico. In particolare vi consiglio “Teoria dei sentimenti morali” di Adam Smith, sto anche rileggendo “La ricchezza delle nazioni” e mi rendo conto che è assolutamente necessario conoscere le due opere per valutare appieno il pensiero di questo filosofo. La nostra società deve molto a questo genio e voglio riportare un brano della sua opera perché ci fa capire dove stanno i guai dei nostri giorni: “Aumentando il prezzo delle merci l’aumento dei salari opera alla stessa maniera dell’interesse semplice nell’accumulazione di un debito. L’aumento dei profitti agisce come l’interesse composto. I nostri commercianti e i nostri manifattori si lamentano molto dei cattivi effetti degli alti salari nell’aumentare il prezzo, e quindi nel ridurre le loro vendite tanto all’interno che all’estero. Essi non dicono nulla relativamente ai cattivi effetti degli elevati profitti. Essi tacciono sui dannosi effetti dei loro guadagni. Si lamentano soltanto dei guadagni degli altri.” (Tratto da: I grandi classici dell'economia, Voli 1° A. Smith, La ricchezza delle nazioni - Parte I, pag 194, Il sole 24 ore, Bergamo 2010)
Leggete attentamente e capirete la “forza” di queste affermazioni. La situazione di oggi è proprio determinata dall’avidità dell’imprenditore che tende ad incrementare i profitti in modo smisurato e non si rende conto degli “effetti dannosi”. Se invece incrementasse i salari gli effetti sarebbero decisamente migliori. Questa frase di Smith spiega la “lotta” tra Obama ed i Repubblicani, semplificando da un lato si vogliono salvaguardare i salari dall’altro i profitti. Ma il monito di Smith, padre del liberalismo, ci dovrebbe far riflettere.
Ma mi chiedo e vi chiedo in nostri politici hanno letto Smith?