La dolorosa, triste vicenda di Eluana Englaro si è conclusa. La sua esistenza non era vita, perché vivere vuol dire avere relazioni con gli altri. Basta poco, il battito di un ciglio, rispondere si o no ad una domanda. Sappiamo di coloro che, anche se gravemente infermi, riescono a comunicare grazie all’uso di sofisticate tecnologie e ci hanno lasciato testimonianze incredibili.
Ma Eluana viveva senza vivere. Il cristiano crede nella resurrezione, nella vita eterna, in uno spazio senza tempo nel quale l’anima potrà godere della vista della luce eterna emanata da Dio. Mi chiedo perché in questi giorni ci si è tanto accaniti nel proclamare la necessità di forzare la vita terrena quando quella eterna è ben più grande ricompensa per chi come Eluana avrà senza dubbio tanto sofferto?
Pace a te Eluana, Dio ti ha accolto tra le sue anime.
Mi viene in mente l’aria che chiude l’opera Aida di Verdi. I violini con toni dolci e soavi accompagnano Aida e Radames che cantano:
“O terra, addio, addio, valle di pianti
Sogno di gaudio che in dolor svanì
A noi si schiude il ciel e l’alme erranti
Volano al raggio dell’eterno di.”
E quando Aida muore tra le braccia di Radames, la voce bassa e calda di Amneris canta:
“Pace t’imploro, pace, pace, pace !”