Ho sempre ritenuto che la funzione della legge sia quella di regolare i rapporti tra le persone o tra le persone e le istituzioni sia pubbliche che private. Siccome sono “regole” hanno il loro fondamento su principi di natura etica e morale.
Veniamo al DDL sulla prostituzione. Quello presentato è di pochi articoli ma sono un esempio di come in quello che è stato fatto ci sia ben poca etica, anzi genera “confusione” e quindi anziché essere norma che "regola" diventa fonte di contenzioso tra le persone e le istituzioni.
I contenuti della legge sono chiari. La prostituzione è penalmente perseguibile se esercitata sulla strada, non lo è se esercitata a casa propria o più semplicemente tra 4 mura.
Ma tutto ciò non ha senso.
Si deve prima di tutto definire se la prostituzione è un reato o non lo è.
Se è reato lo è ovunque, che differenza fa vendere il proprio corpo in strada o in casa?
Sarebbe come dire: si possono vendere le carote nei supermercati ma non nelle bancarelle sul mercato. Tutto ciò è assurdo.
Il provvedimento viene adottato perché la “morale corrente” ritiene indecoroso vedere donne e uomini sulle strade in atteggiamenti che inequivocabilmente offrono se stessi per danaro? Allora il problema non è quello di vietare la prostituzione ma piuttosto quello di creare condizioni perché il fenomeno possa ridursi grazie al fatto che le regole morali “condivise” si diffondono nella società. Se vendere se stessi è amorale e compare il sesso è altrettanto amorale, se questi principi si diffondono nella società la prostituzione non può che ridursi.
Ho sentito delle cifre sulla prostituzione. Se non ho capito male in Francia le prostitute sono ca. 20.000, in Italia sarebbero ca. 100.000.
È noto che in Francia è stata varata una legislazione più permissiva e se le prostitute sono proporzionalmente minori vuol dire che quelle norme sono più rispettose degli individui e quindi consentono quella crescita morale che rappresenta l’unico modo per far si che il corpo non sia considerato merce.
Mara Carfagna, faccia un passo indietro. Non deve far parlare di se a tutti costi e si concentri su altri temi che riguardano le “pari opportunità”.