Ieri, Sulla prima pagina di quasi tutti i giornali la vicenda Alitalia era in primo piano. Notizie frammentarie, tutte basate sulle “indiscrezioni” pronunciate, prima di tutto da Berlusconi, e poi dai vari personaggi che hanno accesso alla stanza dei bottoni.
Quello che ho letto non è assolutamente credibile, a smentirlo sono i “numeri” ufficiali di Alitalia. La “Nuova Alitalia” non può nascere come la “Nuova Parmalat” (legge Marzano a parte) perché vi ricordo che il conto economico di Parmalat era in attivo, il “core business” quello dei prodotti lattiero caseari era in grado di generare profitto. Il crac Parmalat è stato causato dalle “follie” finanziarie e da attività che ben poco avevano a che fare con l’agroalimentare.
L’operazione salvataggio Parmalat non è stata facile ed al Commissario vanno fatti mille elogi, ma in ogni caso aveva risorse sulle quali lavorare.
Alitalia non genera profitto nel suo “core business” per come è gestito ed organizzato, ovvero la Nuova Alitalia deve essere una cosa diversa da quella di adesso.
Con le difficoltà del settore capite bene che si tratta di un investimento ad altissimo rischio. Come fa un imprenditore ad investire 100-200 milioni di euro senza una certezza di redditività, al minimo 3-4%. Il miliardo di cui si “favoleggia” dovrebbe rendere dai 30 ai 40 milioni di Euro. Vi ricordo che la gestione Alitalia nel 2007 ne ha persi 300 di milioni.
Che fine fa il prestito obbligazionario di 700 milioni scadenza 2010?
Gli esuberi sarebbero 12-13 mila perché 5000 verrebbero da Alitalia e gli altri da Alitalia Servizi che va in liquidazione con tutti i debiti.
Vi avevo detto che eravamo in attesa della “bufala” Alitalia, è arrivata