Ieri mattina la probabilità dell’accordo la ritenevo al 60-70% e per questo mi ero sbilanciato per la riuscita della trattativa.
Sono stato smentito dai fatti. Adesso mi auguro che si attivi al più presto la procedura per il fallimento. I libri vanno portati in tribunale e ne vedremo delle belle, non ha senso nelle condizioni attuali adottare strategie dilatorie.
La responsabilità del fallimento della trattativa non è da imputare solo alla CGIL ed alle altre sigle dei sindacati autonomi, certo hanno tirato troppo la corda, ma la controparte non ha voluto o potuto cedere. Si tenga anche presente la situazione finanziaria mondiale è assai turbolenta e mettere sul tavolo soldi freschi, in un momento in cui forse ce ne bisogno per le proprie attività. La ritirata della CAI è così diventata "gloriosa" anzichè una sconfitta.
La rottura di ieri sancisce una situazione che per Alitalia è insostenibile da tempo. Di tempo e denaro ne è stato sprecato proprio tanto.
Il fallimento chiarisce, molti equivoci, sapremo finalmente a quanto realmente ammonta il debito di Alitalia e se c’è qualcosa di buono verranno certamente a comprarlo.
Una cosa purtroppo è certa sul fronte dell’occupazione, con il fallimento la situazione sarà peggiore sia di quella proposta da AirFrance – KLM sia della soluzione CAI.
Voglio comunque ricordare che la “Fenice” di CAI, quella che se ne stava sotto la cenere era ed è abbastanza bruciacchiata e non so se ha le ali in forza per volare.
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