Mentre scrivo non so quale sarà l’esito della consultazione elettorale, ma proprio in questo giorno di pausa, di riflessione traggo questa conclusione.
Queste lezioni le ha perse il popolo, la gente comune.
Chi va votare ma non può scegliere i propri rappresentati, i leader hanno parlato di questo e quello ma io, semplice cittadino, il mio voto a chi lo do?
Chi mi rappresenterà in parlamento?
Mi devo “fidare” dei partiti, ma ditemi voi se negli ultimi 20 anni hanno dato prova di essersi meritati il loro ruolo di “gestori” della cosa pubblica. Dall’Alitalia, alla più piccola pubblica amministrazione solo sprechi grandi e piccoli e inefficienze in abbondanza.
Tutti i partiti hanno detto di ridurre le tasse, aumentare i salari, aiutare i bisognosi, sostenere la famiglia, ecc. ma come? Non è mai stato detto in modo chiaro.
Quando hanno dato dei numeri sono stati così generici che chiunque può far le analisi e le previsioni che ci hanno propinato.
Questi politici non hanno avuto il minimo senso di responsabilità e non si sono neppure accordati per darci una legge elettorale in grado di correggere difetti palesi e macroscopici. Se pensate cosa successe con la famigerata “legge truffa” degli anni ’50 è quasi incredibile che si possa concedere il “premio” di maggioranza al partito che ha un voto più del secondo.
Questo vuol dire che alla Camera in cui si contrappongono, ad esempio, 5 partiti basterebbero 5 avete letto bene 5 voti su 47 milioni a determinare la maggioranza in parlamento. È un caso impossibile ma la logica è questa. Tutti possono capire quanto sia sbagliata. La cosa diventa ancor più assurda se si pensa che al Senato la situazione è ancor più ingarbugliata.
È per questa ragione che si è parlato di voto “utile” che si contrappone ad un voto “non utile”. In questo contesto la democrazia non è più un valore, vuol dire che alla fine si crea una disparità rappresentativa.
Si dirà che il sistema “maggioritario” a collegio uninominale è altrettanto discriminante, ma si dimentica che in quel caso l’elettore ha la possibilità di scegliere il proprio rappresentante ed in ogni caso il “potere” dei partiti deve tener conto della realtà locale. Con questa legge il collegio a livello nazionale diventa prevaricatorio e quindi in sostanza antidemocratico.
Queste elezioni sono “vitali” perché siamo in bilico tra l’anarchia che si potrebbe realizzare nel caso di un “pari” ovvero i due partiti vincono ognuno in un ramo del parlamento ed una dittatura di fatto, nel caso in cui uno dei due schieramenti dovesse prevalere nettamente.
In entrambi i casi il popolo ha perso.
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