Gli eserciti regolari contro la guerriglia soccombono sempre. Questa è una triste verità ed è esattamente quello che sta succedendo in Iraq ed in Afghanistan.
Mi chiedo come mai gli esperti di strategia si vanno a cacciare in questa sorta di "vicolo cieco".
La liberazione di un ostaggio a seguito di una trattativa non è una vittoria è una sconfitta.
Teniamo ben presente che se per un "guerrigliero" è un terrorista un vile che mette bombe in un mercato e che uccide gente innocente, ma per la guerriglia è un eroe. Uno che serve la causa giusta contro quella cattiva.
La guerriglia trova fonte di sostentamento "ideologico" e quindi anche di adepti quando sono forti le difficoltà economiche. Siccome finanziare piccoli gruppi è relativamente poco costoso capite bene che chiunque può dare soldi e armi.
Se si vuole sconfiggere la guerriglia si deve prima di tutto elaborare un piano rapido per lo sviluppo economico.
Se è necessario raggiungere questo fine, che deve essere in ogni caso dichiarato, si può anche prevedere una "occupazione" capillare del territorio al fine di eliminare la componente militare dei guerriglieri.