Oggi sono stati pubblicati i nominativi delle società e delle persone che dimostrano interesse per Alitalia. Si fa un gran parlare perché sono arrivate 11 richieste. In realtà si tratta di 11 manifestazioni, ovvero c'è chi vuol mettere il naso nella faccenda.
Per me le cose non sono chiare anche perché si sta facendo del rumore in quanto si dice che essendoci tanti interessati vuol dire che Alitalia "vale".
Per me non vale un fico secco.
Si paragona la situazione FIAT con quella Alitalia, ma il contesto è completamente differente. Nel caso FIAT abbiamo capito che era stata GM ad "ingabbiare" l' azienda italiana imponendo strategie e politiche di mercato che si sono dimostrate "perdenti". Un esempio per tutti è stata messa sul mercato prima "Meriva" e poi "Idea" (progetto praticamente identico) per favorire Opel e solo in un secondo tempo la FIAT.
Ma Alitalia ha una "zavorra" di quasi 20.000 dipendenti. Una quota di mercato in calo. Una possibile forte concorrenza con l' alta velocità delle ferrovie (Milano - Roma) in meno di 3 ore, da centro città a centro città meglio dell' aereo
Oggi Gian Antonio Stella e Marco Dealio hanno detto che sarebbe meglio il "fallimento". E' chiaro che il problema sono le maestranze, ma il fallimento è in grado di "fare il punto" e poi si riparte.
Si veda il caso Parmalat, se la gestione economica è sana si può ripartire.
Questo è diventato un Bolg sul caso "Alitalia" ma è un caso che ben rappresenta le contraddizioni della nostra società. Mi riferisco a quella italiana